Lo scorso 14 ottobre presso il salone d’Onore del CONI di Roma, l’ANIAD ha celebrato con un convegno dal titolo “Diabete e Sport, il contributo della scienza e del volontariato”, 25 anni di attività.
L’inizio dei lavori, coordinato dal Vice Presidente Felice Strollo, è stato avviato dai saluti del Presidente ANIAD Marcello Grussu che ha ricordato molto brevemente il momento storico in cui l’Associazione si è costituita, e i motivi che hanno spinto i soci fondatori a farlo. Motivi che soprattutto andavano nella direzione di voler colmare un vuoto di bisogni e di diritti ancora presenti nonostante la recente promulgazione della legge 115 del 1987.
I successivi momenti dedicati ai saluti di rito si sono rivelati particolarmente importanti, non solo perché sono stati portati da personalità di rilievo, ma soprattutto perché da essi è emersa la volontà di consolidare i rapporti già esistenti, impegnarsi a superare insieme le criticità attuali ed inoltre perché sono stati chiarificatori di alcune situazioni.
Il Presidente del CONI Giovanni Malagò, padrone di casa, ha espresso una vera e propria ammirazione per le attività svolte dall’ANIAD, ricordando come lo stesso CONI fosse in prima linea da tempo per incrementare, attraverso lo sport, lo sviluppo di una corretta cultura della salute. Il protocollo sottoscritto proprio tra CONI e ANIAD nel giugno del 2014, che è stato presentato al pubblico dal dott. Giuseppe Pipicelli, tende a valorizzare l’impegno di entrambi verso quella direzione.
Il Rettore della 4° Università di Roma Foro Italico Fabio Pigozzi ha sottolineato il ruolo dei laureati in scienze motorie nella implementazione dei programmi di esercizio fisico terapeutico delle persone con diabete, cosa che ANIAD ha sostenuto e realizzato da tempo.
Il Dott. Maurizio Casasco, presidente della FMSI (Federazione Medici Sportivi Italiani), ha sottolineato l’importanza del ruolo del medico sportivo nel rilascio dell’idoneità alla pratica sportiva teso proprio a garantire l’atleta da un punto di vista della salute, anche e soprattutto in presenza di patologie conclamate. Ha voluto ricordare la necessità di stringere ancor di più sinergie e collaborazione con le altre branche della medicina specialistica al fine di armonizzare i differenti aspetti ed emanare linee guida sempre attuali e soddisfacenti. Infine ha sottolineato il fatto che i passi avanti realizzati nella cura e gestione del diabete, soprattutto quello di tipo 1, determinano la necessità di collaborare per poter rivedere proprio attraverso la stesura e l’integrazione di nuove indicazioni, il superamento di alcuni vincoli su attività sportive considerate tutt’ora sconsigliate o vietate.
Il Dott. Stefano Turra in rappresentanza di Diabete Italia e del suo Presidente Ing. Giovanni Lamenza, riconoscendo il ruolo attivo e collaborativo dell’ANIAD tra le componenti che costituiscono appunto Diabete Italia, evidenzia il valore del lavoro svolto dall’ANIAD in questi anni, ed anzi appoggia e sostiene l’importanza dell’attività fisica a tutti i livelli, agonistica e non, facendo propri i consigli a praticarla per i benefici riconosciuti nella gestione del diabete di tipo 1 e per la prevenzione di quello di tipo 2.
Diabete Italia inoltre sostiene ed ha sostenuto le istanze dell’ANIAD in tema di lotta alle diseguaglianze a danno delle persone affette dalla patologia in ambito lavorativo e sociale nelle sedi istituzionali (Es. Questione Droni).
Le pallavoliste Veronica Minati e Jessica Puchaczewski, entrambe diabetiche, che militano nel campionato nazionale di serie B con i colori della TUUM Perugia volley, della quale squadra l’ANIAD da quest’anno è sponsor etico, hanno portato i saluti ma soprattutto la testimonianza che la convivenza con il diabete non impedisce loro di competere sportivamente ad alti livelli.
Ed infine il Generale dell’Arma dei Carabinieri Leonardo Gallitelli, responsabile del NADO Italia (Nucleo Antidoping), il quale ha ricordato il ruolo, anche in questo caso, che l’organizzazione da lui rappresentata svolge nell’ambito della tutela e della garanzia dell’atleta e delle regole vigenti. Garanzia che è assolutamente estesa al pieno riconoscimento della possibilità a praticare l’attività sportiva anche agonistica a quei soggetti che per necessità terapeutiche utilizzano farmaci inclusi tra quelli considerati dopanti come l’insulina, sgombrando pertanto il campo da ogni possibile e strumentale diversa posizione.
Di fronte ad una platea foltissima composta da atleti con diabete di ieri e di oggi, Diabetologi, laureati e laureandi in scienze motorie, esperti di fitness metabolica, dietiste e infermieri, si sono quindi alternati autorevoli rappresentanti che operano a vario titolo nel complesso mondo che ruota intorno al problema del Diabete fornendo uno spaccato delle diverse attribuzioni e aspettative dai differenti punti di vista.
- della politica in particolare da parte della ex senatrice Emanuela Baio, presidente del Comitato per la tutela dei diritti dei diabetici, che deve indirizzare il proprio impegno verso l’attuazione piena delle leggi e delle norme che tutelano il pieno inserimento della persona con diabete nei vari ambiti. Ma anche verso scelte di natura economica che possano agevolare cure ed organizzazioni sanitarie sempre più appropriate ed interventi sempre più efficaci per quanto riguarda la prevenzione.
- della strategia in ambito sanitario,(dott.ssa Paola Pisanti presidente della Commissione Diabetologica Nazionale) e quindi più specificatamente del ruolo del Ministero della Salute con la piena attuazione su tutto il territorio nazionale del Piano sulla Malattia Diabetica. Ma anche di interventi più ampi che tengano conto dei risultati emersi dalle innumerevoli indagini realizzate nel corso di questi anni e che tracciano un vero e proprio bisogno di una architettura della salute nuova e coerente con il ruolo di tutte le componenti sociali: Aziende sanitarie, scuola, Organizzazioni sportive, amministrazioni locali, etc..
- della tutela della salute in ambito sportivo (a cura della dott.ssa Alessia Di Gianfrancesco e del dott. Michelangelo Giampietro), intesa come necessità di coniugare gli aspetti dell’idoneità e del doping, regolati da specifiche norme legislative, con il diritto della persona con diabete alla pratica sportiva e la reale valutazione del rischio indotto dalla patologia.
- del progresso clinico e terapeutico attraverso la relazione del dott. Stefano Balducci che ha fissato le evidenze scientifiche del binomio diabete attività’ fisica aerobica ed anaerobica, definendo le dosi di esercizio fisico che producono effetti sul metabolismo glicemico e sul rischio cardiovascolare che sono ben più efficaci e sicure di tanti farmaci.
- del progresso sportivo attraverso i più moderni ed efficaci sistemi di allenamento degli atleti con e senza diabete presentati dal dott. Massimo Sacchetti
- del progresso tecnologico e farmacologico, (dott. Matteo Bonomo) vere e proprie espressioni di un enorme avanzamento nell’elevare la qualità della vita delle persone con diabete. Basti pensare alle possibilità attuali di autocontrollarsi attraverso le quali risulta possibile determinare la migliore strategia terapeutica momento per momento. Una condizione questa, che ha facilitato e garantito non poco le persone anche nei confronti di discipline sportive notoriamente sconsigliate e vietate e sulle quali oggi per lo meno esiste un approccio aperto e possibilista.
Una parte importante della giornata naturalmente è stata dedicata a “sbobinare”, quasi fosse un film, la storia dell’ANIAD dalle sue origini, fino ai giorni attuali e alle espressioni assunte nelle varie regioni dove si è costituita una sezione.
Non è apparso superfluo inquadrare il contesto storico in cui è stata costituita l’Associazione. E cioè che verosimilmente quando è nata nel 1991, qualche anno dopo la legge 115 del 1987, i soci fondatori hanno voluto cogliere l’esigenza di un bisogno che andava colmato oltre che con l’intervento del legislatore anche con un intervento di maggiore sensibilizzazione e di informazione che sarebbe stato di gran lunga un valido aiuto per le persone con diabete ma anche per i sanitari.
Un ruolo che poteva essere tranquillamente svolto proprio sotto la forma organizzata dell’associazione di volontariato. Erano i tempi in cui, come dimostrano alcune testimonianze, chi faceva attività sportiva e si ammalava di diabete, teneva nascosta la sua condizione per paura di non poter più competere visto e considerato che non avrebbe più ottenuto il certificato di idoneità. Persino la gran parte del mondo della diabetologia vietata la pratica sportiva agonistica.
Le iniziative dell’ANIAD erano viste in ambito sanitario come fumo negli occhi, e non pochi furono i casi di ostruzionismo. Fortunatamente la tenacia e la competenza dei soci fondatori e del suo presidente il dott. Gerardo Corigliano, hanno, per così dire, “sdoganato” pregiudizi e false convinzioni, attivando un processo tutt’ora in corso, di accettazione che il binomio Diabete e Sport non solo è sostenibile ma addirittura auspicabile come fondamentale supporto della terapia farmacologica ed alimentare.
Lo stesso commento della moderatrice, la dott.ssa Nicoletta Musacchio, presidente della Società Scientifica AMD, ricordava a tutti come fosse purtroppo facile a quei tempi incrociare volti di pazienti troppo spesso tristi sfiduciati, mentre invece per contro via via che crescevano le testimonianze e le iniziative anche grazie ad associazioni come l’ANIAD, si sviluppavano sia tra le persone con diabete che tra i sanitari sempre maggiore consapevolezza e conoscenza.
Diversi i momenti di vera emozione. Dal ricordo degli importantissimi traguardi sportivi raggiunti da alcuni atleti con diabete, come gli alpinisti Vittorio Casiraghi e Mauro Sormani, l’ultramaratoneta Alberto Ghelli, il ciclista Mauro Talini, a quelli meno massacranti sul piano fisico ma altrettanto grandi per l’elevato valore intrinseco della testimonianza e della conoscenza.
Il racconto in diretta dei Presidenti Regionali (Ubaldo La Monaca per il Friuli, Davide Bocchio per la Lombardia, Marco Marchetti per l’Emilia Romagna, Sandro Palleschi per l’Abruzzo, Giuliano Priori per il Lazio, Alessio Liguori per la Campania, Rocco Giacomodonato per il Molise, Francesco Perreca per la Calabria, Francesco Gallo per la Sicilia e Anna Firinu per la Sardegna) ha infine chiuso i lavori restituendo alla platea una fotografia puntuale sulle criticità ma anche sugli aspetti positivi caratterizzanti ciascuna Regione. Sui programmi svolti e su quelli futuri sempre tesi a cercare di interagire con le comunità, le organizzazioni sanitarie e soprattutto essere di supporto alle persone con diabete ed alle loro famiglie.
Un particolare ringraziamento al Presidente del CONI Giovanni Malagò per la squisita ospitalità e per averci messo a disposizione il Salone D’Onore.
Un grande ringraziamento va naturalmente anche alle aziende che attraverso il loro contributo non condizionante hanno permesso la realizzazione dell’evento, e precisamente:
Abbott srl
Bayer SpA
BC Trade srl
Medtronic Italia SpA
Novo Nordisk Italy
Roche Diabetes Care Italy SpA
Sigma-Tau Industrie Farmaceutiche Riunite SpA