Diabetici in alta quota

a cura della sezione Sardegna dell’Aniad

La Sezione Sardegna dell’ANIAD, costituitasi solo da pochi mesi, ha già avuto modo di realizzare una grande iniziativa.

Infatti dal 4 all’11 luglio 2006, 9 diabetici di tipo 1, ed un intero staff sanitario, hanno partecipato ad un campo scuola in Trentino Alto Adige, in un contesto straordinario che è quello costituito dalle cime dell’Adamello e del Brenta.

L’iniziativa, che fa parte di un progetto più ampio e complesso, nasce dall’idea e dalla sensibilità del Dott. Madau Gianfranco e della Dott.ssa Mulas Maria Franca del servizio di Diabetologia della AUSL 5 di Oristano.
Insieme a loro, si è rivelata utile e preziosa anche la presenza di altri Operatori Sanitari del medesimo Servizio e del Reparto di Dietologia, e di una esperta in Fitness Metabolica.

L’obiettivo principale del campo aveva il fine di valutare gli effetti dell’attività fisica aerobica associata alla corretta alimentazione e terapia insulinica in pazienti diabetici di tipo 1 normalmente sedentari.
Tra l’altro appariva altresì interessante determinare gli effetti su citati anche sulla base dell’attività svolta ad altitudini significative (2000 ed anche 3000 metri s.l.m. ed oltre).

L’attività prevista si è sviluppata attraverso delle escursioni con differenti gradi di difficoltà, con durate variabili dalle 2/3 ore e fino a 10, ed il superamento di dislivelli significativi anche di oltre 1000 metri.

Particolarmente interessanti e suggestivi, oltre ché impegnativi, sono stati i passaggi realizzati sul Ghiacciaio di Lares – Gruppo Adamello – con il passaggio dalla quota di 2600 a 3400 metri; e quello sul sentiero attrezzato delle Bocchette dove, aldilà del dislivello da superare di poche centinaia di metri, ciò che lo ha contraddistinto e stata l’attività svolta con caratteristiche prettamente alpinistiche.

Quotidianamente, ed a intervalli regolari durante le attività, sono stati monitorati i livelli glicemici, le differenti spese energetiche e i valori di frequenza cardiaca.
L’ausilio di apparecchi specifici, holter e cardiofrequenzimetri, hanno reso possibile la raccolta di dati individuali sui quali sarà possibile successivamente svolgere una più attenta analisi da parte dello staff medico.
Inoltre, è stato tenuto per l’intero periodo un diario alimentare personale, dove sono stati annotati tutti gli alimenti introdotti sia durante i pasti principali che le integrazioni necessarie a correggere eventuali ridotti valori di glicemia.
Su quest’ultimo aspetto sono state interessanti alcune discussioni relative all’apporto di alimenti zuccherati e/o non tradizionalmente presenti nella dieta di un diabetico.

I risultati emersi, ancorché non esaustivi sono stati in particolar modo quelli di essere riusciti a determinare e trasmettere ai partecipanti:
– la consapevolezza dei benefici introdotti dal fare attività fisica;
– la capacità di adattare alimentazione e terapia insulinica in conseguenza di attività fisica;
– la certezza che anche il paziente diabetico, in assenza di controindicazioni, può svolgere attività sportive, comprese quelle in alta quota.

Il completamento dello studio dei parametri acquisiti permetterà di ricavare ulteriori conoscenze sull’adattamento metabolico in conseguenza di attività fisica, utile soprattutto a quei diabetici che vogliano praticare una qualsiasi disciplina sportiva.

Marcello Grussu
Presidente ANIAD Sezione Sardegna

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