Napoli City Half Marathon 2018

Scritto da: Cristina De Fazio
Consulente motoria A.N.I.A.D.
Specialista in Scienze delle Attività Motorie Preventive e Adattate

Alla V° edizione della Napoli City Half Marathon del 4 febbraio, insieme ai 6000 runners non poteva non esser presente l‟ANIAD con 4 “Moschettieri“ con diabete tipo 1 che, supportati dalla sezione ANIAD Campania (Carmen Gargano, a sx, e Cristina De Fazio, a dx), hanno corso attraversando il cuore di Napoli (patrimonio mondiale
Unesco, in uno dei più caratteristici panorami del Mediterraneo). Tutti e 4 i Moschettieri uniti per portare con sè due messaggi importanti: “insieme si può“ e “più forti del diabete“… sì perchè il diabete di per sè non costituisce un limite e l’Attività Sportiva, svolta con consapevolezza ed in sicurezza, può aiutare molto nel gestire al meglio la condizione diabetica.

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La Napoli City Half Marathon, per il suo scenario unico (dal lungo mare al Castel dell’Ovo, dal teatro San Carlo a p.zza Plebiscito per terminare poi nel parco della Mostra d’Oltremare tra suggestive fontane), è un evento che sta crescendo ed affermandosi sempre di più sul panorama podistico nazionale, la cui risonanza quest‟anno è stata visibile su Fox Sports, canale 204 della piattaforma Sky dalle 10:00 alle 11:45, con la telecronica a cura dell‟ex atleta azzurro Nicola Ruggero e dell„ex campione Francesco Panetta (distribuita a decine di nazioni estere, tra cui Cina, Stati Uniti, etc.). Nel percorso certificato IAAF e AIMS, di categoria A (primati omologabili e prestazioni
inseribili in graduatoria nazionale), tra i 42 paesi rappresentati ed i 5295 runners giunti al traguardo c’erano anche loro, i nostri 4 Moschettieri, ciascuno con la propria storia ed il proprio ritmo di corsa, ed al di là di alcuni commenti strettamente tecnici saranno proprio le loro voci a raccontare ciò che si è vissuto in una cornice di per sè magica.

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L’asfalto bagnato della pioggia notturna e mattutina, a parte qualche piccolo problema di aderenza iniziale dopo il via alle 8:30, non ha ostacolato i top atleti di correre su ritmi eccezionali, sia per il percorso veloce sia per il sole che ha accompagnato da almeno metà gara in poi le gesta del popolo dei runners, con una temperatura di 10°. Oltre al record di gara stabilito sia negli uomini (podio Keniano: Abel Kipchumba in 1h00‟12”, migliorando il suo primato personale di oltre 3‟ e stabilendo la seconda migliore prestazione al mondo nel 2018: una prima parte di gara molto veloce con i primi 5km corsi in poco più di 14‟ ed un passaggio al 10° Km in 28‟08” ad un ritmo di 2‟48”/Km, mentre nella seconda parte di gara più lenta ha inciso il passaggio nel centro storico. Secondo, Shadrak Kiplagat in 1h00‟34”, anche per lui primato personale abbassato di oltre 2‟, e terzo Norbert Kipkoech Kigen in 1h01‟43”, il
favorito della vigilia ma che ha perso già terreno prima del passaggio del decimo chilometro), sia nelle donne (l‟etiope con bandiera del Barhein Eshete Shitaye in 1„08„38“, stabilendo l‟ottavo tempo nel 2018; passaggio al 10° Km in 32‟20” e gara in spinta fino alla fine al ritmo di 3‟15”. Seconda e terza la keniana Antonina Kwambai in 1h09‟07”, migliorandosi di 40”, e l‟ucraina Olha Kotoyska in 1h14‟271”. Prima italiana è stata la torinese Carla Primo, sesta classificata, in 1h24‟48”), diversi i personal best ottenuti da vari runners… tra questi c‟è uno dei quattro Moschettieri, Marcello Campobasso che nel corso delle quattro partecipazioni (dal 2015 al 2018) ha ottenuto i seguenti miglioramenti cronometrici: – 2h00‟21” nel 2015, con un parziale nei primi 10Km di 58‟32” a 5‟51”/Km;
– 1h39‟46” nel 2016, con un parziale nei primi 10Km di 46‟04” a 4‟36”/Km, ma con un rallentamento del ritmo, segno di fatica, nella seconda parte di gara; –  1h31‟53” nel 2017, con un parziale nei primi 10Km di 43‟01” a 4‟18”/Km ed un rallenamento del ritmo nella seconda parte; – 1h29‟52” nel 2018, con un parziale nei primi 10Km
di 42‟25” a 4‟14”/Km ed una maggiore distribuzione della gara, indice di un miglioramento della performance atletica ma soprattutto della capacità di gestire lo sforzo fisico intenso e prolungato come un‟attività sportiva di endurance.

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Il secondo Moschettiere, Aniello Bove, ha concluso la 21,097 Km in 1h32‟27”, con un parziale nei primi 10Km in 42‟41” a 4‟19”/Km e di 4‟24”/Km nella seconda parte…“ogni scusa è buona per tornare nella mia terra: tre Coast to Coast, tre Mare Monti, trail del Faito, Corsa del Mito, Mezza Maratona di Agropoli ed un’altra dozzina ancora…insomma mi mancavi solo Tu, Napoli mia…unica come solo tu sai essere, con i tuoi
mille culur (Via Caracciolo) e le tue mille paure (Galleria di Fuorigrotta)”.

Il terzo Moschettiere, Salvatore Caruso, ha concluso la 21,097 Km in 1h44‟07”, con un parziale nei primi 10Km in 48‟31” a 4‟59”/Km e mantenendo lo stesso ritmo di corsa (5‟00”/Km) nella seconda parte, indice che la “cilindrata” del suo motore può riservare ancora delle sorprese …“provengo dal mondo calcistico, ho militato in serie D con il Solofra e con la Scafatese dove abbiamo vinto il campionato e siamo saliti in C2, ma appese le scarpette al chiodo e con gli impegni lavorativi la mia passione per il benessere corpo-mente si è riversata nella corsa…certo non è la
stessa cosa, anzi specie all‟inizio facevo fatica a carburare, ma la voglia di non demordere e di sfidare di volta in volta i miei limiti rappresentano la mia benzina…la corsa mi trasmette un senso di libertà e mi consente di controllare
l‟aspetto metabolico”.

A differenza dei 3 Moschettieri, in cui è forte il senso di legame indossolubile col territorio partenopeo, il quarto
Moschettiere, Riccardo Prandoni, il D‟Artagnan del gruppo, è giunto fin da Sesto San Giovanni (MI) per coronare il proprio sogno di concludere una mezza maratona all‟ombra del Vesuvio e, seppur con una crisi al 17esimo Km, ci è riuscito in 2h26‟22”, con un parziale nei primi 10Km in 1h06‟09” a 6‟58”/Km…“capire tu non puoi tu chiamale se vuoi emozioni…la corsa per me è passione, volontà e sacrificio e poco importa se mi alzo alle 5 del mattino per fare gli allenamenti prima di iniziare la giornata lavorativa, tutto ciò si trasforma in emozioni forti. Oltre a correre con le gambe ho pensato a correre col cuore, tirando durante la gara due amiche per poi aspettarle e tagliare quel traguardo tutti insieme”.

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Diamo spazio integrale alle emozioni vissute dai 4 Moschettieri: “Se corri a Napoli e per caso sei anche napoletano, ma trapiantato a Roma, allora è tutto un‟altra storia…il mio nome, Aniello, già dice tanto: nato e cresciuto qualche chilometro più a sud, dove il golfo crea una conca fra Torre Annunziata e Castellammare di Stabia…una vita fra studi e sogni e l‟amore infinito per la mia Terra cantata e decantata…nonostante la partenza, Napoli sempre nel cuore…poi a 33 anni una nuova compagna, inattesa ed imprevista, la nostra compagna di vita: il diabete”… sì perché per poter star meglio non bisogna avere un rapporto di conflitto con mister D, ma una sana e “competitiva” convivenza …”è tutto finito! Forse sì” è uno dei pensieri che spesso si è soliti fare al momento della diagnosi o magari nei momenti no… “niente affatto tutto finito, anzi si riparte insieme alla nuova compagna, si scopre che si può diventare amici e si comincia a correre”…che sia la corsa o un‟altra attività motoria, non necessariamente qualcosa di agonistico, può essere un valido volano ed un continuo stimolo a “colorare” le grigie situazioni quotidiane ed a tener a bada le glicemie, con le loro montagne russe…“una corsa lunga un sogno, il sogno che sei stato capace di farmi vivere: mentre le gambe andavano da sole, la testa era altrove, fra i ricordi, i profumi, le amicizie, gli studi, i progetti, le delusioni ma anche le speranze, i valori ed ahimè anche le persone care che non ci sono più ma che vivono dentro di te perché ti hanno lasciato il loro cuore…il cuore della gente di Napoli dove tutto è fatica ma dove tutto è vita, vera ed autentica…dove nulla è scontato, nulla si compra, tanto meno la felicità, eppure questa arriva sempre, puntuale”…eh sì durante la corsa corrono nella mente questi come tanti altri pensieri, utili per distrarre
il corpo dal senso di fatica. “Napoli, come sempre, è una città magica capace di regalare emozioni inenarrabili e di accogliere i propri visitatori con una dolcezza sterminata e per noi diabetici, si sa, tanta innocua dolcezza è un vero e proprio toccasana”…alcune delle sensazioni vissute nel correre non solo macinando km, ma vivendo un sogno… “dopo soli dieci minuti dalla partenza ci ritroviamo a  respirare l‟odore del mare costeggiando fino al decimo chilometro il lungomare prima ed il porto poi; dopo il giro di boa con un percorso grosso modo analogo, in cui ci allontaniamo dal mare solo per un breve tuffo nella veduta del Municipio, del Maschio Angioino, della Galleria Umberto I, del Teatro San Carlo, del Palazzo Reale e della Chiesa di San Francesco di Paola, si ripiomba in prossimità del Castel dell‟Ovo con lo sfondo di Capri e Posillipo. Siamo al quattordicesimo chilometro e l‟appagamento visivo ci restituisce fino al diciassettesimo l‟energia che nell‟ultimo terzo della gara va lentamente ad esaurirsi”…ecco, nonostante la fatica si riesce ad essere lucidi e farsi trasportare dai sapori, suoni e colori del paesaggio… “non è un caso che a Napulè proprio al chilometro diciassette (nella Smorfia “A‟ disgrazia” N.d.r.) si presenti la vera difficoltà del tracciato: la Galleria Laziale che, con una pendenza costante ed un dislivello di circa 40mt in salita, ti accompagna per scarso 1Km fino a Fuorigrotta”…è proprio nei momenti difficoltosi che emerge il carattere e la voglia di farcela, un po‟ come avviene nei momenti “no” glicemici… “ma noi Moschettieri di fronte alle difficoltà abbiamo stretto i denti e, pur se separati nel nostro cammino fin dalla partenza per la diversità dei passi gara, al grido di <Uno per tutti e tutti per uno>, abbiamo vinto su sconforto, fatica e soprattutto Diabete, per proiettarci al nostro punto di ritrovo alla Mostra D‟Oltremare”.

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“Ho finalmente coronato un gran sogno, fatto di sacrifici tenacia ed anche qualche giornata storta, durante gli allenamenti, ma che non ho lasciato andar via…anzi ho tenuto ancor di più le mani sul volante per crederci sempre…correre per i vicoli di Napoli è stata una sfida con me stesso…sì sono un Guerriero che non ha nulla da fare, come spesso dico a chi crede che la passione running sia solo per chi non ha nulla da fare e magari descrivo una mia giornata tipo: sveglia alle 5, 1h di corsa, doccia, colazione e via in ufficio dalle 10 alle 19 (allenamento se non svolto al mattino), pulizie e preparazione cena, una madre da seguire ed una vita privata soddisfacente…avevo un desiderio di riuscire a migliorare il mio record personale, ci sarei anche riuscito perché sia gambe che testa c‟erano ma molte volte bisogna mettere da parte i tempi e ragionare solo col cuore”… sì perché a volte il cuore vale di più di un qualsiasi cronometro… “insomma sono stati 21km di emozione pura, di salite difficoltose, ma di voglia di arrivare fino in fondo col cuore”…come spesso accade tra i runners, anche se non ci si conosce, di sostenersi e spingersi a
vicenda assaporando insieme i profumi ed i sapori della città… “tutto ciò è stato possibile grazie all‟ANIAD, un‟unica famiglia che ha saputo con i suoi atleti (e con il supporto delle due donne dell‟ANIAD Campania) dare gambe, testa e cuore prima durante e dopo la gara…sì perché la cosa più bella di chi è ANIAD è che non si identifica come diabetico in mezzo agli altri, ma come persona comune con una marcia in più”.

Dopo il trionfale arrivo lungo la Fontana dell‟Esedra i 4 Moschettieri si sono ritrovati alla Finish Line e
sul podio della Manifestazione, acclamati dallo Speaker a testimoniare con chiarezza i 2 messaggi
stampati sulle t-shirt: #insiemesipuò e #piùfortideldiabete.

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