E’ un interrogativo che abbiamo posto in seno all’ultimo Congresso IDF 2022 di Lisbona, presentando un poster a cura del nostro delegato ANIAD, Alessio Fresco.
Il documento, a cura del Dott. Felice Strollo, del Dott. Andrea Mambro, del Dott. Sandro Gentile, e della componente ANIAD, ha lo scopo di mantenere alta l’attenzione su un problema sollevato oramai da tempo e che riguarda appunto il divieto, a nostro avviso anacronistico, alla certificazione al volo per piloti insulino-trattati.
Le attuali conoscenze sulla gestione della terapia, e soprattutto l’affidabilità dei device per il controllo in continuo della glicemia che possono predire attraverso sofisticati algoritmi la tendenza a cali improvvisi di glucosio tanto da anticiparne appunto gli effetti, sono certamente alla base di una legittima richiesta di revisionare le attuali norme.
Anche la condivisone dei dati che questi strumenti consentono, è certamente una condizione che dovrebbe soddisfare la sicurezza. Infatti pensare che il monitoraggio glicemico possa essere effettuato in contemporanea dal secondo pilota, rappresenta un ulteriore certezza sulla necessità di rassicurare che anche i piloti insulino-trattati garantiscono gli standard di sicurezza in volo.
Sul tema, è bene sottolinearlo, vi sono oramai numerosi studi ed un primo protocollo sperimentale è stato adottato nel Regno Unito. I dati della sperimentazione, assolutamente incoraggianti, hanno determinato l’apertura di altri paesi come Irlanda e Austria.
Siamo convinti e fiduciosi che sulla strada aperta si possano a breve aggregare altre nazioni con il fine di incrementare le conoscenze e la definitiva rimozione del divieto.