PIENO SUCCESSO DELLA PRIMA SPEDIZIONE ITALIANA DI TREKKING
DI ALTA MONTAGNA
DIABETICI ITALIANI SUL KILIMANGIARO (D.I.S.K.)
IL REPORT ESCURSIONISTICO E SCIENTIFICO DI UNA IMPRESA INDIMENTICABILE
L’idea del progetto D.I.S.K. nasce da Mario Zolli, grande appassionato della montagna e responsabile del servizio di diabetologia dell’ospedale di Mirano.
Mario prende spunto dalla spedizione internazionale sull’Aconcagua (6962m.) organizzata nel febbraio 2001 alla quale avevano partecipato due insulino-dipendenti del nord Italia e si propone di progettarne una tutta italiana scegliendo il Kilimangiaro, montagna suggestiva tecnicamente facile ma impegnativa per la sua altezza (6000m.). La durata relativamente breve della spedizione era compatibile con gli impegni di ciascuno e il budget economico. Mario mi contatta e mi prospetta la sua idea con grande impeto ed entusiasmo segnalandomi gli effetti positivi della marcia in alta montagna sul diabete mellito (vedi tab.1). Rimango all’inizio frastornato ed anche dubbioso. Dopo aver valutato tutti gli aspetti tecnici ed organizzativi ed anche quelli della sicurezza decido di coinvolgere in pieno l’A.N.I.A.D. in questa impresa.
Si tratta di una pratica sportiva aerobica di durata prolungata (in genere superiore a 4-5 ore) quale non si realizza in altre attività sportive.
La glicemia viene mantenuta a livelli fisiologici in maniera naturale (microinfusore naturale) Libertà estrema nell’alimentazione con possibilità e necessità di assumere zuccheri semplici (succhi di frutta, cioccolata, biscotti, gelati, marmellata) alimenti di solito proibiti ai diabetici.
Conseguente effetto psicologico formidabile soprattutto nell’adolescente diabetico che avverte il suo disturbo metabolico come una condanna e la dieta come una forte limitazione.
Tabella 1.
Effetti positivi dell’escursionismo alpino sul diabete mellito
Siamo nel marzo 2001 ed incomincia il tam tam attraverso i soci dell’A.N.I.A.D. ed internet per individuare diabetici insulino-dipendenti con caratteristiche fisiche e di motivazione idonei per partecipare alla spedizione. Arrivano le prime adesioni di Vittorio Casiraghi, accademico del CAI e socio dell’A.N.I.A.D. della prima ora (fu relatore al Congresso di Paestum nel 1994) e di Marco Peruffo di Vicenza , entrambi partecipanti alla spedizione Aconcagua, e poi via via tutti gli altri tanto che a un certo punto dobbiamo chiudere le iscrizioni nonostante arrivi addirittura una richiesta da Washington di una diabetica romana che si trovava lì per uno stage.
I criteri di ammissione erano rigidi: il diabete tipo 1 doveva essere ben compensato (HbA1c mediamente inferiore a 7.2.%, con assenza di complicanze micro e macro-angiopatiche, forte motivazione e grande capacità di autocontrollo sia glicemico sia emozionale , con precedenti esperienze escursionistico-alpinistiche. Sono stati così selezionati oltre Vittorio e Marco, Cristina (pratica escursionistica), Ilaria (sci-alpinismo, trekking di altissima montagna con esperienza a 6000m. in Laddak), Andrea (modesta pratica escursionistica), Alberto (maratoneta con discreta pratica alpinistica), Fabio (pratica escursionica e mountaine-bike), Daniele (pratica escursionistica ed alpinistica), Pietro (pratica escursionistica ed alpinistica), Mauro (corsa in montagna e sci di fondo agonistici) e Luca (pratica alpinistica). Il gruppo era completato, oltre che dal sottoscritto e da Zolli, da Aldo Maldonato, diabetologo, da Marianna Veronese anestesista ed esperta di medicina della montagna e da Paola Pavan specializzanda in medicina dello sport. Era presente infine il marito di Cristina, non diabetico.
La partecipazione alla spedizione prevedeva obbligatoriamente una preparazione individuale consistente nel correre 2/3 volte la settimana, uscite in bicicletta, uscite in montagne con dislivello medio di circa 1000m. e una di gruppo consistente in uscite per facilitare l’affiatamento e la socializzazione che sono state realizzate dall’aprile al novembre 2001prevalentemente nelle Prealpi vicentine, piccole Dolomiti, Alpi Svizzere, rifugio Pradidali, catena meridionale delle Pale; i non settentrionali come me ed Aldo si sono “arrangiati” sulle montagne dell’Abruzzo.
Gli obiettivi della spedizione sono stati tre:
il primo di tipo pedagogico voleva lanciare un messaggio di speranza (infatti il progetto D.I.S.K. aveva come slogan “speranza oltre le difficoltà”). Dimostrare quindi ai mass-media, alla comunità diabetologica ed a genitori di pazienti neodiagnosticati che un diabetico insulino-dipendente motivato ed allenato può non solo condurre una vita quasi normale ma raggiungere obbiettivi oggettivamente difficili anche dai non diabetici.
Il secondo è stato un messaggio di solidarietà: il gruppo infatti si è impegnato per una raccolta di insulina e presidi diagnostico-terapeutici diabetologici donati all’Associazioni Diabetici della Tanzania; sono stati inoltre raccolti denari che saranno destinati a promuovere un corso di formazione per personale infermieristico della Tanzania sul diabete mellito: per questo obiettivo abbiamo avuto ampio e concreto appoggio da parte della AMD , che ha creduto nella validità e serietà della spedizione, da parte dell’industria farmaceutica e di altre industrie collaterali alla
diabetologia ed anche da parte di privati cittadini che hanno acquistato circa 2000 cartoline da noi poi rispedite dalla Tanzania in segno di ringraziamento.
Il terzo obiettivo della spedizione è stato quello di raccogliere dati ed elementi scientifici sul comportamento glicemico ad elevatissima quota, sulla capacità di adattamento dei pazienti ad un’attività fisica notevole e persistente (5-6 ore di marcia al giorno), sul funzionamento del lettore prescelto (Glucometer Elite Xl) in condizioni estreme di temperatura e di altitudine.
Ci è sembrato particolarmente interessante raccogliere questi dati in considerazione della sempre più frequente pratica escursionistica in montagna effettuata da diabetici insulino-dipendenti e per poter avere un termine di paragone in rapporto a eguali elementi valutati da un gruppo irlandese durante una spedizione sul Kilimangiaro che ha seguito la nostra stessa via, (via Marangu, vedi tabella 2), dati pubblicati su Diabetic Medicine (18,749-755;2001).
La via Marangu prevede una partenza dal Marungu Gate raggiunto in jeep (1850m.) fino al Mandara Hut 2600m.
Seconda tappa Mandara Hut (2600m.)-Horombo Hut (3850m.)
Terza tappa (acclimatazione) Horombo Hut (3850m.)-capanna Mawenzi (4600m.) ritorno all’Horombo Hut (3850m.)
Quarta tappa Horombo Hut (3850m.)-Kibo Hut (4750m.)
Quinta tappa Kibo Hut (4750m.)-Gilman’s Point (5675m.)-Uhuru Peak (5895m.).
Le caratteristiche dei diabetici ed i risultati medico-scientifici e quelli escursionistici (paragonati a quelli raggiunti dal gruppo irlandese) sono mostrati nella tabella 3
RISULTATI SCIENTIFICI SPEDIZIONE DISK
(in parentesi sono i risultati conseguiti dalla spedizione irlandese del 1999) (Diabetic Medicine 18, 749-755 2001)
11 IDDM , 9M E 2F (15 9M E 6F)
ETA’: 36±9 ANNI (28 RANGE 15-47)
DURATA DEL DIABETE: 15.1±8.9 (10 RANGE 1-21)
HbA1c (media delle ultime 3): 6.6±1.0 ( non specificato)
Dose insulinica inizio/fine trekking (U/die)
42.3±7.4/39.3±8.8 67.1±28.3/32.9±11.8
Altezza media raggiunta (non diabetici/IDDM)
m. 5613/5623 (5654/5187)
N. di diabetici in cima: 7 Nessuno
Tabella 2.
Tabella 3.
Sono state praticate durante la spedizione 557 glicemia senza importanti episodi ipoglicemici ne’ casi di chetoacidosi.
I valori glicemici contenuti in un range fra 87 e 204 mg./dl erano il 53,4% , utilizzando un range più ampio (65-240) le glicemie in questo intervallo erano il 74,2%. La scarsa riduzione del fabbisogno insulinico del nostro gruppo (solo il 10-15% rispetto al fabbisogno iniziale nonostante l’intensissima e durevole attività di trekking) testimonia l’elevato grado di allenamento dei nostri pazienti che, evidentemente, praticavano già prima della partenza la dose di insulina più bassa possibile; questo dato risulta grandemente diverso da quello del gruppo irlandese in cui vi è stato un calo del fabbisogno insulinico di oltre il 50% a testimonianza che si trattava di pazienti non sufficientemente allenati e che, quindi, di fronte all’elevato dispendio energetico hanno avuto un numero di ipoglicemie così elevato da dover ridurre il fabbisogno in maniera drammatica.
La verifica di qualità delle glicemie capillari è stata effettuata utilizzando la soluzione di controllo “Normal”, range 70-102mg/dl, tenuta rigorosamente così come le normali strisce reattive e i reflettometri sempre a temperatura corporea sotto il pile e ha dato i risultati indicati nella tabella 4.
1)Besana Brianza(360 m.) – 84 mg/dl 2)Marangu Gate(1950 m.) – 82 mg/dl 3)Marangu Hut(2700 m.) – 78 mg/dl 4)Horombo Hut(3700 m.) – 78 mg/dl 5)Kibo Hut(4720 m.) – 76 mg/dl 6)Uhuru Peak(5895 m.) – 72 mg/dl
A completamento dei dati scientifici sono stati effettuate osservazioni sul comportamento del ß-idrossibutirrato su campione di sangue capillare in tre pazienti, e sulla verifica continua della glicemia attraverso sensore sottocutaneo (metodica Minimed) su altri tre pazienti i cui dati saranno presentati nelle opportune sedi.
Altre valutazioni effettuate sono state: Holter della frequenza cardiaca in un paziente nel tratto 3700-6000m.; valutazione della maculopatia edematosa da mal di montagna che è risultata assente in tutti i pazienti (tre pazienti avevano effettuato prevenzioni di tale patologia con alte dosi, 1200u.i., di vitamina E secondo un recente dato della letteratura).
La sindrome da mal di montagna ( Acute Mountain Sickness, A.M.S.) è stata valutata attraverso il Lake Louise Score Test che valuta 5 sintomi e 3 segni obiettivi. Vedi tabella 5
Tabella 4.
LAKE LOUISE SCORE TEST PUNTI 1. SOFFRI DI MAL DI TESTA? NO, ASSOLUTAMENTE LEGGERO, NON MI DISTURBA MEDIO, MI DA FASTIDIO FORTE, MOLTO DOLOROSO 0 1 2 3 2. HAI DISTURBI GASTROINTESTINALI? NESSUNO, APPETTITO BUONO LEGGERA, NAUSEA O INAPPETENZA FORTE NAUSEA O VOMITO NAUSEA CONTINUA E VOMITO 0 1 2 3 3.TI SENTI FIACCO E/O DEBOLE? NO, ASSOLUTAMENTE LEGGERMENTE FIACCO/DEBOLE MEDIAMENTE FIACCO/DEBOLE FORTEMENTE FIACCO/DEBOLE, DEVO RESTARE A LETTO 0 1 2 3 4.TI SENTI CONFUSO E/O HAI VERTIGINI? NO, ASSOLUTAMENTE LEGGERMENTE MEDIAMENTE MOLTO CONFUSO/FORTI VERTIGINI 0 1 2 3 5. COME HAI DORMITO L’ULTIMA NOTTE ALLA QUOTA DI_______m? BENISSIMO, COME IN CASA LEGGERMENTE DISTURBATO MI SONO SVEGLIATO SPESSO NON HO CHIUSO OCCHIO 0 1 2 3 6. ALTERAZIONEE DELLA FUNZIONE MENTALE SONNOLENZA/INDIFFERENZA DISORIENTATO/CONFUSO SOPOROSO/SEMICOSCIENTE COMA 0 1 2 3 7.ATASSIA (CAMMINATA IN LINEA RETTA PIEDE-PIEDE) MOVIMENTI BILANCIATI PASSO A FIANCO DELLA LINEA NON TIENE LA LINEA NON SI REGGE IN PIEDI 0 1 2 3 8.EDEMI PERIFERICI IN UNA LOCALIZZAZIONE IN DUE O PIU’ LOCALIZZAZIONI 0 1 2 3
Tabella 5.
Uno score maggiore di 5 indica una diagnosi di grave mal di montagna. Lo score medio è stato di 2.4 per il gruppo degli insulino-dipendenti e 3.1 nel gruppo medici -accompagnatore che fungeva da controllo. Vi è stato un caso di A.M.S. occorso ad un diabetico a 5685m., trattato con desametazone 8mg e con abbassamento di quota (a 5000m. il quadro clinico si era rapidamente risolto).
Infine fra i risultati scientifici ottenuti non ultimo per importanza vi è stata la produzione di un video di circa 25min. con evidenti spunti educazionali idoneo per comunità, gruppi di educazioni o campi scuola che sarà distribuito gratuitamente su richiesta.
A distanza di alcuni mesi dal ritorno le immagini del ghiacciaio del Kilimangiaro, le immagini della Savana, della Tundra, del deserto di alta montagna, delle piante e degli animali, che ci hanno accompagnato durante l’ascesa, restano indelebili nella nostra mente, e ci rendono fieri di questa impresa che è un successo di tutta la diabetologia italiana per la quale desidero ringraziare il Consiglio nazionale dell’AMD che ci ha generosamente supportato e il redattore capo di questo bollettino, professore Sandro Gentile, per lo spazio concessomi.
P.S.: i partecipanti diabetici del D.I.S.K. sono stati nominati soci onorari dell’A.N.IA.D. …e se l’AMD facesse altrettanto?
Gerardo Corigliano [email protected]