Seconda edizione di “Corri per il Diabete” , due giorni veramente intensi e coinvolgenti dove si è affrontato, ritengo con successo, il tema diabete da diverse angolazioni.
L’idea, per il secondo anno consecutivo, è stata quella di partecipare alla Maratona di Roma con un gruppo di atleti con diabete provenienti da tutta Italia, portandoli sulla griglia di partenza insieme ad una rappresentanza europea. Da qui il 1° Campionato Internazionale di maratona per atleti con diabete che naturalmente come abbiamo ampiamente spiegato non voleva rappresentare un modo per porre in “vetrina” le persone che soffrono di questa patologa, ne tanto meno creare classifiche se non quelle già previste dall’Organizzazione ufficiale dove compaiono tutti i partecipanti. L’enfasi riposta nel “Campionato per atleti con diabete” ha come auspicio di attrarre l’attenzione della società civile verso la problematica diabete dimostrando che la malattia in sé non pregiudica l’attività sportiva anche strenua ed agonistica, ed anzi per contro favorisce il buon controllo glicemico e diventa pilastro terapeutico importante.
Ma andiamo con ordine.
Il pomeriggio di sabato 7 aprile si è svolto all’interno del Roma Convention center “La Nuvola” dove era allestito il villaggio Maratona, il classico appuntamento che precede la gara con il convegno dal titolo “Camminare, correre, muoversi per una città in salute” Quest’anno volutamente articolato su unaprima partedell’incontrodedicata ad aspetti non sportivi. Pertanto, nessun riferimento a tabelle, tempi cronometrici, modalità di allenamento, etc…, ma esclusivamente incentrato su chi e come si occupa di Diabete in Italia in ambito Istituzionale, Sanitario, della Ricerca, e nel mondo dello Sport ufficiale. Abbiamo ritenuto utile costruire un momento di informazione ampia e trasversale attraverso il coinvolgimento diretto dell’Istituto Superiore di Sanità, del Ministero della Salute, del Progetto CitiesChangingDiabetes, dell’Health City Institute, di Cittadinanzattiva e del DRI (DiabetesResearchInstitute), della Federazione Nazionale Giuoco Handball, perché ci raccontassero le loro attività in atto., ma anche:
- Le campagne di informazione e di sensibilizzazione.
- Le prospettive ricavate dalle indagini sanitarie che periodicamente sono realizzate.
- Dell’importanza del ruolo che possono e dovrebbero svolgere in ambito di salute gli Amministratori nelle nostre città.
- Della percezione che le persone hanno sui livelli di cura e assistenza che vengono rilasciati dalle organizzazioni sanitarie.
- Della necessità che anche le Istituzioni e gli organismi Sportivi siano convolti nel processo di accettazione e tutela della persona con diabete, ma anche consapevoli e partecipi nell’ambito della prevenzione delle malattie corniche non trasmissibili.
- Dello stato dell’arte della ricerca di una cura definitiva, che resta naturalmente in assoluto il primo auspicio di ogni persona che si ammala di diabete, ed in particolare del tipo 1.
E tutto questo perché anche ciascuno di noi abbia ben chiaro quale sia il proprio livello di conoscenza e dove si possa inserire per fornire il proprio contributo. Perché è chiaro che questa patologia si affronta e se ne possono ridurre gli effetti devastanti se esiste un intervento multisettoriale, se cioè ciascuno se ne fa carico almeno per un aspetto.
La seconda parte dell’incontro un po’ più tradizionale, è stata dedicata agli aspetti da curare e da tenere in considerazione quando si pratica attività sportiva e come questa debba conciliarsi con le esigenze derivanti da una patologia come il diabete. La cura della corretta integrazione alimentare, della modulazione dell’insulina in base alle diverse variabili in gioco (tipo di attività, durata, timing dell’attività, valore di glicemia in partenza e a target, etc..). Argomenti più volte affrontati e discussi, ma che vanno sempre contestualizzati al momento, in base alle nuove prospettive terapeutiche e/o delle nuove e più moderne forme di autocontrollo.
Per quanto riguarda la giornata di domenica, e quindi la gara, abbiamo mantenuto l’organizzazione già collaudata lo scorso anno con la possibilità di allargare la partecipazione anche a coloro che pur non avendo sulle gambe una 42 km, ma una distanza intermedia, hanno manifestato con nostro assoluto grande piacere , la volontà di essere presenti per condividere e testimoniare:
- il grande valore aggiunto che è l’attività fisica nella gestione del diabete;
- Il valore inclusivo che rappresenta lo sport;
- Lo strumento dello sport come elemento che facilita la piena integrazione della persona con diabete;
Sulla griglia di partenza pertanto si sono ritrovati 42 dei 46 atleti con diabete iscritti ,7 dei quali in rappresentanza di Spagna, Francia, Portogallo, Olanda Germania e Inghilterra.
A questo gruppo si è affiancato il Team DRI,un gruppo di 7 giovani ricercatori del Diabetes Research Institute di Milano che ha condiviso con particolare entusiasmo l’iniziativa, ed a loro va naturalmente tutto il sostegno possibile e l’augurio che presto possano trovare una soluzione definitiva per curare il diabete.
Abbiamo preannunciato che non ci sarebbero state classifiche, ne graduatorie, ma ci pare doveroso complimentarci sinceramente con chi, nonostante la giornata eccessivamente calda ed il percorso notoriamente non facile che caratterizza la maratona di Roma, ha corso con dei tempi strepitosi. Bravissimo il Portoghese Fernando Santos che chiude la sua prestazione con un eccellente 3h 03’ 15’’arrivando primo tra gli uomini, e Manuela Musu che si conferma fortissima tra le donne con un crono di 4h 01’ 02’’. Non da meno lo Spagnolo Juanra Ortega Goya con 3h 05’ 58’’ e l’Olandese Hein Oude Hesselink con 3h 17’ 24’’. Al di là di queste doverose citazioni, resta il fatto che tutti hanno brillantemente vissuto con il giusto spirito questa iniziativa rendendola speciale e ricca di ispirazione.
Ma la domenica 8 aprile rimarrà rilevante anche per la fantastica partecipazione alla Fun Run, del gruppo di Soci e simpatizzanti ALAD – ANIAD che con le sue 116 presenze ha conquistato il secondo premio destinato alle Società maggiormente numerose. Un chiaro e addirittura più forte messaggio che speriamo possa arrivare alle tante, troppe persone sedentarie che rischiano di ammalarsi precocemente di diabete e obesità. Non è superfluo ricordare infatti che per stare meglio e allontanare il rischio di ammalarsi di patologie cosiddette non trasmissibili ma particolarmente pericolose e subdole, non è certamente obbligatorio correre una maratona ma basta semplicemente muoversi con maggiore frequenza e rispettare il consiglio di farlo per almeno 150’ alla settimana.
Ecco di seguito alcuni link molto interessanti: